DOMANDA
Sono un bancario in trattativa con una rete di consulenza finanziaria, mi è stata fatta una proposta economica molto interessante ma legata al raggiungimento di obiettivi di raccolta semestrali.
Mi hanno detto che per fondi e sicav posso fare il cambio di collocatore senza dover disinvestire. Ho però timore dei tempi.
RISPOSTA
Certamente il trasferimento tramite cambio collocatore è molto utile perché non richiede alcun intervento sul portafoglio. E’ bene però porre attenzione su alcuni aspetti. Il primo è quello di accertarsi che la nuova realtà sia distributore dei fondi e dei comparti Sicav in oggetto di trasferimento perché se così non fosse il cambio collocatore non sarebbe fattibile.
La verifica va fatta per ogni ISIN, non è sufficiente che nella gamma di offerta sia presente la società prodotto in quanto alcune reti distribuiscono solo parte dei comparti disponibili.
Quando si pensa al trasferimento dei clienti vanno fatte considerazioni più approfondite su ciascuna posizione perché è importante capire se il portafoglio detenuto sia efficiente e non condizionato dalle campagne commerciali.
Spesso cogliere l’occasione del trasferimento per rimodulare il portafoglio è anche un’opportunità per ottimizzarlo o per rivedere gli obiettivi dell’investimento. Ovviamente nel rispetto del rapporto costi / benefici.
Il cliente che decide di cambiare banca lo fa perché vuole seguire il suo gestore. Per questo è disposto ad aprire un nuovo rapporto, avere un nuovo conto, trasferire le utenze, gli addebiti, le carte, ecc….tutte cose che impattano sulle abitudini e che spesso sono un freno dato dalla resistenza al cambiamento che contraddistingue l’essere umano.
Se è disposto a superare questo disagio non avrà problemi a riassettare il suo portafoglio, basta far comprendere qual’ è il vantaggio.
Quindi il cambio collocatore è una soluzione utile se il portafoglio è già efficiente e se, disinvestendo, i costi vanificassero i vantaggi di una riallocazione.
Articolo a cura di Marina Magni pubblicato su citywire.