Nell’articolo di Nicola Ronchetti pubblicato a marzo su Bluerating si dice “Le banche dovranno affrontare una forte pressione sui crediti quando scadranno le moratorie sui mutui e saranno chiamate a finanziare imprese e imprenditori messi in ginocchio da mesi di pandemia. Le reti dei consulenti finanziari non avranno questo problema, uno dei punti di forza del loro modello è il basso assorbimento di capitale. In altre parole, tra le attività principali delle banche vi è quella di erogare credito e quindi dare denaro in prestito con tutti i rischi connessi, alle reti viceversa i soldi vengono affidati dai loro clienti. Si tratta di funzioni sociali complementari, però nel mondo bancario non sono in pochi a ritenere che il lavoro delle reti sia oggi meno complesso di quello delle banche, oltretutto alle prese con una crisi del modello mai vista, testimoniata da una stagione di acquisizioni e di ristrutturazioni tipiche di un settore maturo.”

Per chi lavora in banca i rapporti con la clientela sono certamente più complessi anche a causa del fatto che i gestori bancari hanno da seguire un portafoglio clienti assegnato dalla banca e molto spesso numeroso. Inoltre sovente vengono spostati da una filiale all’altra e questo non aiuta a consolidare i rapporti.
Diversamente i consulenti finanziari hanno conquistato i clienti uno per uno attraverso le relazioni personali e le referenze, spesso instaurano un rapporto quasi amicale e di grande fiducia. E’ insito nel modello di servizio una gestione della relazione più fluida con conseguente migliore qualità della giornata lavorativa.
Ciò induce alcuni gestori bancari a valutare la consulenza finanziaria come alternativa, ed è comprensibile.
La proposta di On boarding è di farlo dopo aver valutato attentamente tutti gli aspetti caratterizzanti la professione prima di scegliere una Rete di consulenza.
Di seguito l’articolo di Nicola Ronchetti.